Età evolutiva

Dott.ssa Sara Zanforlin

Età evolutiva

Gli ombrelli trasparenti li fanno solo per i bambini.
Gli unici che nonostante la pioggia, guardano il cielo.
Emozionandosi.

I bambini provano dolore nello stesso modo degli adulti quando vengono esposti a eventi di vita inaspettati e traumatici.

Essi sono soggetti a provare stati di ansia ed emozioni come rabbia, colpa,tristezza, mancanza e senso di impotenza che se non elaborate correttamente minano l’equilibrio psicofisico nei diversi ambiti della loro vita.

I disagi emotivi dei bambini si manifestano spesso con dolori fisici (mal di pancia, mal di testa ,etc) e si notano cambiamenti nelle aree principali di sviluppo (sonno, alimentazione, irritabilità, etc) così come cambiamenti dei comportamenti nei diversi ambienti di vita (amici, scuola, casa).

Approfondimenti:

Dopo un primo incontro con i genitori, per la raccolta della storia di vita del minore e la definizione del problema, vengono proposti alcuni colloqui, a cadenza settimanale di 50 minuti di durata, finalizzati alla diagnosi e alla valutazione del problema. Successivamente si discute insieme ai genitori del percorso terapeutico più idoneo (psico-educazione e/o psicoterapia).

Dopo la raccolta della storia clinica del minore e della famiglia si procede con la valutazione diretta del minore, che prevede una serie di colloqui volti ad indagare:

  • il quadro sintomatologico (quale problema, di che entità, a che livello di pervasività);
  • la qualità della vita e l’adattamento nei vari ambiti;
  • la sua percezione del problema;
  • la motivazione alla terapia.

Gli strumenti utilizzati variano a seconda dell’età e del livello di sviluppo del minore; vanno:

  • dall’osservazione dell’interazione genitori-bambino;
  • al gioco;
  • ai test psicologici;
  • alle tecniche del colloquio clinico.

L’obiettivo è quello di valutare l’adeguatezza del bambino in relazione all’età, le sue capacità relazionali con gli adulti e con i pari e l’area cognitiva.

Intendiamo per età evolutiva la fascia di età che va dai 0 ai 18 anni, dall’infanzia cioè all’adolescenza.
Durante questo cammino avvengono numerosi ed importanti cambiamenti, fisici, comportamentali, affettivi ed emotivi, alcuni dei quali possono causare sofferenza.

Questo disagio spesso non può essere espresso verbalmente e si manifesta prevalentemente a livello comportamentale, corporeo ed emotivo. E’ importante riuscire a riconoscere i segnali di disagio del bambino per poter intervenire nel modo più appropriato e tempestivo.

Classificazione dei disturbi

I sistemi di classificazione per i disturbi mentali sono due: il DSM V – Manuale Diagnostico e Statistico dei Distrubi Mentali (dell’American Psychiatric Association) e l’ICD 10 ( International Classification of Diseases) prodotto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Una sezione a parte nel DSM V è dedicata ai disturbi che di solito sono diagnosticati per la prima volta nell’infanzia, nella fanciullezza, o nell’adolescenza.
Di questo raggruppamento fanno parte:

  • il ritardo mentale;
  • i disturbi dell’apprendimento;
  • i disturbi motori;
  • i disturbi pervasivi dello sviluppo;
  • i disturbi da Deficit di Attenzione e da Comportamento Dirompente (il disturbo da deficit di attenzione con iperattività (DDAI), il disturbo oppositivo-provocatorio, il disturbo della condotta);
  • i disturbi della nutrizione e dell’alimentazione nell’infanzia;
  • i disturbi da TIC;
  • i disturbi dell’evacuazione: enuresi ed encopresi;
  • il mutismo selettivo;
  • il disturbo d’ansia da separazione;
  • i disturbi d’ansia generalizzata;
  • le fobia specifica e fobia sociale;
  • il disturbo dell’attaccamento;
  • il disturbo da movimenti stereotipati;
  • i disturbi dell’umore (depressione);
  • i disturbi del sonno.

Altri disturbi possono colpire i minori, ma questi hanno caratteristiche tali da potersi manifestare in qualsiasi momento del ciclo di vita, quindi possono essere diagnosticati sia nel bambino, che nell’adolescente e nell’adulto, come:

  • disturbi d’ansia;
  • disturbo ossessivo-compulsivo (DOC);
  • disturbo post-traumatico da stress;
  • disturbo da abuso di sostanze;
  • disturbi dell’adattamento (sintomi emotivi e comportamentali in risposta a stress psicologici).

Infine, nella sezione “Altre Condizioni che Possono Essere Oggetto di Attenzione Clinica”, sono elencate una serie di situazioni problematiche che coinvolgono bambini e adolescenti, ma che non costituiscono categoria diagnostica a sé, quali:

  • problemi nelle relazioni;
  • problemi connessi a maltrattamento o ad abbandono;
  • lutto e perdite;
  • funzionamento intellettivo limite;
  • problemi scolastici;
  • comportamento antisociale;
  • difficoltà emotive e/o comportamentali;
  • disagio giovanile( isolamento sociale, apatia, demotivazione, bullismo, etc);
  • separazioni e divorzi;
  •  incidenti;
  • malattie.

Se il bambino manifesta sofferenze significative o il disagio influisce sul normale svolgersi della vita familiare e scolastica, è necessario intraprendere una psicoterapia cognitivo comportamentale dell’età evolutiva al fine di ridurre i sintomi e trattare il disagio.

Attraverso il dialogo, il gioco o il disegno, il terapeuta aiuta il bambino a comprendere i suoi pensieri “difficili”, a riconoscere le emozioni che ne conseguono e i comportamenti sintomatici.

L’intervento psicologico rivolto ai bambini e agli adolescenti ha come obiettivi:

  • conoscere e comprendere i propri vissuti, sensazioni, sentimenti, atteggiamenti, fantasie legate alle paure, ai propri bisogni e desideri;
  • conoscere le proprie emozioni, la loro funzione e il loro significato, e a comunicarle al genitore imparando a individuare segni di disponibilità;
  • essere consapevole del ruolo dei propri pensieri e di quando è utile assecondarli e quando è utile godere del qui ed ora lasciandoli sullo sfondo.

L’intervento psicologico rivolto ai genitori, ha come scopo il cambiamento nelle modalità del genitore di interagire con il proprio figlio e di reagire ai suoi comportamenti.
Si condividono le modalità dell’accudimento, della relazione, della comunicazione, al fine di evidenziare e promuovere stili interattivi ed educativi funzionali alla cura del disturbo evolutivo.

Si suddividono in:

  • Supporto genitoriale individualeIl supporto ai genitori, nasce come aiuto nella gestione delle difficoltà insorte, al fine di migliorare la relazione con il bambino (regole, abitudini, comportamenti a casa e con gli adulti).

    I colloqui di sostegno alla genitorialità hanno tra le varie finalità quelle di:

    – sostenere e promuovere la consapevolezza del ruolo dei genitori, in quanto protagonisti attivi del percorso di crescita dei figli;

    – accrescere e rafforzare le competenze genitoriali soprattutto nei casi in cui la famiglia stia attraversando eventi stressanti;

    – rafforzare la comunicazione e la capacità di gestire i conflitti;

    – accrescere la comprensione del funzionamento emotivo e comportamentale del figlio.

    Per instaurare una comunicazione efficace è importante partire da una dimensione di ascolto, prestando attenzione alle emozioni e alle opinioni che i figli possono esprimere.
    Tale modalità di comunicazione va costruita quotidianamente, con pazienza e attenzione, cominciando dai primissimi scambi verbali e non verbali.

  • Parent training di gruppo (Training comportamentali per genitori con figli affetti da problemi specifici)Il Parent Training è un metodo che prevede la gestione, il confronto e la condivisione all’interno di gruppi di genitori, insieme ad un professionista esperto, delle difficoltà dei propri figli e legate al proprio ruolo genitoriale.

    Il Parent Training si è rivelato utile per molti disturbi dell’età evolutiva.
    I genitori di bambini con difficoltà quali i disturbi del comportamento o dell’apprendimento, i disturbi da deficit dell’attenzione (ADHD) e della sfera emotiva, le difficoltà della relazione e della comunicazione, i disturbi pervasivi dello sviluppo (autismo, sindrome di Asperger), sperimentano alti livelli di stress.

    I bambini con disabilità, figli di genitori che partecipano attivamente ad attività finalizzate al proprio sostegno e benessere, effettuano progressi evolutivi più rapidamente e più solidi e stabili nel tempo rispetto a bambini con genitori che non danno spazio al confronto e alle proprie esigenze di sostegno e gestione dello stress.

    Sulla base di tali considerazioni, alcuni tra i principali obiettivi nella gestione dei gruppi di parent training con i genitori sono i seguenti:

    Aiutare i genitori a riconoscere e a valorizzare le esperienze positive;

    – Individuare e definire punti forti e deboli relativi alla rete sociale del bambino e della famiglia;

    – Riconoscere i genitori come le figure maggiormente competenti riguardo al riconoscimento delle esigenze dei propri figli. Il genitore assume quindi un ruolo efficace e funzionale.

    – Fornire al genitore informazioni corrette riguardo alle difficoltà del proprio figlio.

    – Fissare insieme al professionista obiettivi pertinenti, concreti e raggiungibili.

    – Aiutare il genitore nel riconoscimento dello stress legato alla gestione del figlio.

    – Aiutare il genitore a ritagliarsi spazi personali e della coppia finalizzati al proprio benessere (momenti di svago, hobbies, vacanze, ecc.).

    – Favorire il confronto delle esperienze all’interno de gruppo di genitori

    L’inclusione dei processi ACT nel percorso di Parent Training, inoltre, può aumentare l’aderenza alle indicazioni fornite dal percorso stesso.

l ruolo della scuola assume un importanza fondamentale nella crescita evolutiva dei bambini.
Per questo è essenziale coinvolgere i docenti nella crescita psicologica dei bambini attraverso:

Incontri con gli insegnanti di supporto e condivisione del minore in trattamento
Verranno condivisi la diagnosi e le tecniche comportamentali da applicare sul bambino nel contesto classe.

Incontri di Valutazione per il singolo alunno e il gruppo classe
La consulenza verte su diverse problematiche, didattiche, di gestione della classe, sull’inserimento scolastico di bambini con problemi di apprendimento e comportamentali, sul mig’ioramento della comunicazione all’interno della classe e della struttura scolastica.

Corsi di Formazione e Aggiornamento per insegnanti
I Corsi di Formazione e Aggiornamento per Insegnanti delle scuole Materne, Elementari, Medie e Superiori hanno come finalità fornire ai docenti un bagaglio d’informazioni e conoscenze per orientarsi nel campo delle difficoltà emotive e sociali e delle criticità che possono insorgere nell’età evolutiva.